TEATRO CIVILE ANTI-CONTRAFFAZIONE. UN PROGETTO VENETO

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(Venezia)

Un progetto teatrale che sappia seminare cultura della legalità, che parta dal confronto con un pubblico consapevole per trasmettere il senso del Made in Italy non solo nell’ottica economica o in termini di valorizzazione di brand, ma anche come scelta di campo per difendere il valore della comunità, la salute, la sicurezza dei consumatori, la difesa della legalità. Parte dunque dal fenomeno contraffazione come problema sociale, prima ancora che economico, lo spettacolo TUTTO QUELLO CHE STO PER DIRVI È FALSO – scritto dal giornalista-drammaturgo Andrea Guolo e interpretato da Tiziana Di Masi diretta da Maurizio Cardillo.

Il progetto TUTTO QUELLO CHE STO PER DIRVI È FALSO – che dà evidenza a un fenomeno sul quale oggi serve un contrasto forte e condiviso con azioni diversificate di sensibilizzazione sociale – ha trovato la convergenza in piena sintonia di obiettivi della Regione del Veneto-Assessorato all’Agricoltura e Tutela del Consumatore, del tavolo congiunto Sistema Moda Veneto (Confindustria, Confartigianato, CNA, Confesercenti), delle principali Associazioni dei consumatori del Veneto e di soggetti impegnati statutariamente nella lotta alla contraffazione.

La produzione, diretta dalla vicentina La Piccionaia-I Carrara teatro stabile d’innovazione, è l’esito di un percorso artistico complesso, frutto di un lavoro d’inchiesta approfondito.

TUTTO QUELLO CHE STO PER DIRVI È FALSO pone l’accento sulla nocività per la salute della quasi totalità degli oggetti contraffatti – dai giocattoli all’abbigliamento fino ai prodotti alimentari e ai farmaci – e sull’esistenza di una “filiera del dolore” di cui ciascun cittadino/consumatore diviene parte (e complice) nel momento in cui sceglie di acquistare un bene contraffatto, alimentando il business delle mafie che su di esso prosperano.

Inoltre questo progetto pone l’accento sul danno economico diretto che impatta sulle comunità. Il giro d’affari della contraffazione, che soltanto in Italia è stimato a 6,9 miliardi di euro, sottrae infatti 110 mila posti di lavoro regolari all’anno e, nel mondo, costringe 115 milioni di bambini sotto i 14 anni a lavorare invece di andare a scuola.

 

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