LE CENTO DATE DI “TUTTO QUELLO CHE STO PER DIRVI È FALSO” Tiziana Di Masi: “Sulla contraffazione ho scoperto che…”

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Sulla contraffazione, in due anni di repliche a teatro, ho scoperto che ci sono molti luoghi comuni da sfatare.

La crisi, per esempio, sarebbe una delle ragioni per cui la gente compra i falsi anziché gli originali. Non so se sia vero, so però che esistono le eccezioni… Ho visto con i miei occhi persone ricche che, in Italia e all’estero, acquistano borse e altri pezzi contraffatti perché “identici agli originali”, senza preoccuparsi di dove e come quei pezzi siano stati prodotti. Per loro, per molti, acquistare prodotti falsi è semplicemente un gioco, una “shopping experience” di cui non valutano le conseguenze.

Ho appurato che esistono brand della moda teoricamente schierati contro i “falsi”, in realtà preoccupati unicamente (e neanche sempre…) di bloccare i siti che vendono i “loro” prodotti ma totalmente disinteressati rispetto a un progetto più ampio, che punti davvero ad affrontare e risolvere il problema.

Ho ascoltato persone più o meno colte che giustificano l’acquisto, perché in fondo in fondo non è poi così grave, anzi: così si dà una mano a chi non ha altri mezzi per campare se non quello di vendere merce contraffatta. Chi di loro ha visto il mio spettacolo, scoprendo quanto poco resta in tasca a chi vende e quanto invece finisce nei circuiti mafiosi, ora qualche dubbio se lo sta ponendo.

Ho fatto degustare “alla cieca” al pubblico, in ogni data dello spettacolo, due oli: il primo è un extravergine di alta qualità, il secondo un olio lampante trattato con betacarotene e clorofilla, le sostanze che truccano l’olio. Pochissimi percepiscono la differenza e indovinano quale tra i due è l’olio buono. Non è colpa loro, perché chi si occupa di contraffazione e sofisticazione alimentare è sempre più abile. Non illudiamoci di essere sempre in grado di distinguere…

Ho recitato per decine di migliaia di persone, pensando di poter intervenire sulla visione di un problema che tale, il più delle volte, non viene considerato. Ho avuto pubblici diversi e se dovessi “salvare” un target specifico, sceglierei gli studenti delle scuole. Gli adulti, a fine spettacolo, escono turbati, ma la loro coscienza è ormai formata e talvolta tendono a relativizzare. Gli studenti apprendono e sono determinati, attraverso i loro comportamenti pratici che iniziano dai consumi, a cambiare la società di cui sono e saranno protagonisti. All’interno delle scuole si origina la più grande lotta contro l’economia mafiosa. Sulle scuole è necessario investire per aspirare a un futuro migliore.

Ho assistito a decine di convegni, perlopiù noiosi, e ascoltato centinaia di discorsi sul tema. Ho scoperto che tutti i politici sono determinati ad affrontare e combattere il dilagare della vendita di merci contraffatte. Eppure oggi, rispetto a due anni fa, la situazione mi pare addirittura peggiorata. Esistono città totalmente prive di controllo, mercati rionali occupati dagli abusivi e gestiti da criminali, vedo troppa complicità diffusa e silente.

Ho citato a ogni replica i dati (impressionanti) sulla repressione, che c’è ed è necessaria, ma sono sempre più convinta che senza un investimento culturale concreto, il fenomeno continuerà a prosperare. La contraffazione finirà quando la gente smetterà di comprare i falsi, scegliendo ciò che è vero (in ogni fascia di prezzo) e premiando chi segue le regole, versa i contributi ai lavoratori, paga le tasse. Per farlo, la gente deve essere informata e consapevole. Il teatro serve anche a questo.

Dal 4 ottobre 2013, giorno del debutto, sono passati poco più di due anni e lo spettacolo ha superato, questa settimana a Mestre (Ve), il traguardo delle cento repliche. Un ringraziamento è doveroso verso chi ha creduto nel progetto “Tutto quello che sto per dirvi è falso”, nato dal Veneto e cresciuto in tutta Italia, con rappresentazioni dall’alto valore simbolico come quella di sei mesi fa alla Camera dei Deputati. Credo, e in qualche modo temo, che questo percorso sia destinato a continuare a lungo. La strada è in salita, ma i risultati ci sono e l’entusiasmo, da parte mia, è quello del primo giorno.

Tiziana Di Masi

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